Vedendo una vecchia foto scattata negli anni 50 o 60 al mercato di Shangai da Giorgio Lotti, famoso fotografo di Epoca, mi è venuto in mente quanto sia – o forse dovremo dire fosse? – diversa l’abitudine occidentale da quella orientale di indossarle.
Cosa sono le mascherine
Le mascherine facciali sono dispositivi, usa e getta o riutilizzabili, che vengono indossati per coprire naso e bocca, allo scopo di proteggere noi stessi e gli altri da una serie di fattori potenzialmente nocivi.
Un po’ di storia
L’idea di proteggere e proteggersi indossando coperture in tessuto per bocca e naso nasce in Oriente, già Marco Polo riferisce l’obbligo per chi serviva il Kublai Khan di indossare come maschere, fasce di seta e filo d’oro.
Da un punto di vista culturale, prima che la scienza chiarisse l’esistenza di microorganismi e patogeni in grado di penetrare il nostro organismo attraverso l’aria, la filosofia orientale aveva identificato nel respiro il tramite del flusso delle energie che governano la vita, proteggerlo attraverso delle schermature venne quindi accettato dalla popolazione come un mezzo preventivo e curativo di una serie di malattie.
In tempi più recenti, XIX e XX sec., avvenimenti catastrofici (incendi, epidemie, smog) hanno costretto le popolazioni asiatiche ad un uso esteso di mascherine, la necessità di produzione di massa e l’evidenza di dover cambiare spesso questi dispositivi perché conservino il proprio potere filtrante, hanno portato alla nascita delle mascherine come le conosciamo tutti.
Immagini come questa sono entrate nella cultura del vedere facendoci identificare immediatamente chi le indossa come orientale.
Abbiamo visto tutti anche le autorità arrivare anche a vietare di indossare le mascherine come è successo durante le proteste ad Hong Kong nel 2019 per rendere più riconoscibili i manifestanti alle telecamere della polizia.
Le mascherine nel mondo occidentale pre-COVID19
Fino all’avvento della pandemia da COVID19, le mascherine nella società occidentale sono state di uso prevalente per alcune categorie professionali, con caratteristiche differenti a seconda della natura dei corpuscoli che erano destinate a filtrare.
Ciò significa che, ad eccezione delle maschere chirurgiche adottate dal personale sanitario, le mascherine utilizzate proteggevano chi le indossava da agenti esterni, mentre non filtravano affatto l’aria espirata. Prova ne è il fatto che alcune sono dotate di valvola che si apre in fase di espirazione evitando che il fiato passi attraverso la barriera filtrante.
Unica eccezione appunto sono le mascherine indossate dai sanitari che filtrano sia in ingresso che in uscita l’aria, al fine di fermare quelle microscopiche goccioline di saliva che possono veicolare infezioni di vario genere.
Nonostante sia in Europa che negli Stati Uniti siano presenti realtà metropolitane molto affollate, non era consuetudine nella popolazione indossare mascherine fuori da particolari ambienti di lavoro, men che meno in pubblico, anche se affetti da qualche malattia respiratoria trasmissibile per via aerea (raffreddore, influenza).
Non ci saremmo mai sognati di indossare una mascherina per andare a fare compere o per recarci al cinema sapendo di avere la tosse, anche se tutti siamo ben consapevoli di diffondere in questo modo il contagio a tutte le persone che avranno la sfortuna di passarci vicino.
COVID19 il cigno nero
Con cigno nero si intende un evento raro, imprevedibile e catastrofico che stravolge qualunque previsione.
Nel caso di COVID19 non è proprio corretto utilizzarlo perché in realtà molti scienziati ci avevano già avvisati della possibilità di pandemie da virus in un futuro prossimo.
Questo virus ci ha colti tutti impreparati, non lo conoscevamo, non sapevamo curarlo soprattutto ne abbiamo sottovalutato la contagiosità.
Basti pensare a quanti sanitari impegnati nella gestione della crisi, nonostante fossero dotati di dispositivi di protezione e delle competenze per capire come funziona la trasmissione di un virus respiratorio, si siano ammalati.
Per la prima volta nella nostra storia ci siamo trovati come società ad affrontare una malattia molto contagiosa, con manifestazioni fatali, avendo gli strumenti scientifici per capire e prevenire la diffusione.
La prima cosa che abbiamo capito è che per prevenire la diffusione di un virus respiratorio occorre mantenere le distanze, siamo stati tutti isolati nelle nostre case, però abbiamo capito anche che non è possibile mantenere queste distanze sempre e comunque, basti pensare al fare la spesa.
In una fase di emergenza, abbiamo limitato gli accessi ai luoghi frequentati dal pubblico, ma questa non è una politica sostenibile sul lungo termine.
È probabile che nel nostro futuro ci dovremo abituare ad un cambio di paradigma sull’uso delle mascherine.
Il nostro futuro dopo COVID19
Anche se svilupperemo un vaccino efficace a lungo termine per il Coronavirus, in realtà non saremo più autorizzati ad ignorare i rischi di future epidemie virali.
Una buona soluzione sarebbe quella di implementare nelle nostre usanze oltre al distanziamento sociale un uso quotidiano delle mascherine.
Non solo come forma di protezione individuale, ma anche per evitare di trasmettere malattie al nostro prossimo.
Tralasciando il rischio mortale a cui esponiamo gli altri se siamo ignari portatori del Coronavirus e non indossiamo una mascherina, anche solo infettare altri con raffreddore ed influenza è sgradevole, maleducato e socialmente costoso.
La mia esperienza con le mascherine
Essendo un dentista per me l’uso delle mascherine chirurgiche è una quotidianità, le indosso da anni, le porto in inverno come in estate.
Porto gli occhiali ed ho imparato a sagomare bene la mascherina in modo da impedire che si appannino le lenti col respiro.
Dovendo portare la mascherina per molte ore è opportuno cambiarla periodicamente, se ne verranno resi disponibili dei modelli lavabili sarà possibile cambiarli, non proprio come il dentista, che le cambia ad ogni paziente, ma con una certa frequenza.
Io per ovvi motivi sono legato all’usa e getta e a seconda anche delle procedure effettuate sono abituato a cambiarle molto spesso.
Per usare le mascherine è necessario avere pazienza e un po’ di sopportazione.
Nel giro di qualche giorno di uso continuativo non ci si rende più nemmeno conto di averle, a volte mi è capitato di indossarne una per fare qualche lavoro in casa e che fosse mia moglie a ricordarmi di toglierla una volta finito.
Le mascherine in una comoda figura che ne mostra i tipi ed il loro uso, da notare che se dotate di valvola espiratoria non hanno funzione filtrante in fase espiratoria! Questa potrebbe essere presa, a ragione, come una mancanza di rispetto da chi ci sta intorno!
Il messaggio da portare a casa
Cosa possiamo ricordare?
- Usare le mascherine fa la differenza, sia per voi che per gli altri.
- È una forma di galateo indossarne una in pubblico se abbiamo raffreddore o influenza
- Protegge i nostri polmoni da una certa parte dell’inquinamento atmosferico
- Finché non ci sarà immunità di gregge per il Covid19 potremo evitare ulteriori quarantene se con le mascherine diminuiremo molto la circolazione del virus stesso
- Può sembrare scomodo ma in breve ci si fa l’abitudine
- Evitare di ammalarci e di far ammalare altri di raffreddore ed influenza ci farà risparmiare soldi
Per finire, e per ricordare che la mascherina è solo uno degli elementi di un kit che i sanitari che lavorano in ambienti infetti devono utilizzare, ecco un video dell’Istituto superiore di sanità sulle pratiche della vestizione e svestizione.
A ben guardare c’è anche qualche consiglio utile per tutti.