L’attualità
Sta rimbalzando negli ultimi giorni la notizia del fallimento di una nota catena di ambulatori dentistici in Italia.
È un dispiacere leggere di pazienti che a fronte di finanziamenti sottoscritti ad inizio delle cure si ritrovano ora nell’incertezza di cosa poter fare per concludere i propri percorsi terapeutici mentre appare chiaro che dovranno continuare a corrispondere le rate dei finanziamenti stessi.
Questa è una situazione che nuoce gravemente a tutta la categoria, quello tra medici e pazienti è un rapporto di natura fiduciaria per definizione, non oso immaginare con quale predisposizione d’animo queste persone si accosteranno a possibili soluzioni.
Mentre circolano proposte da grandi gruppi di investimento che si offrirebbero di accollarsi la conclusione dei lavori, con tutte le incognite che una simile proposta sottende, mi pare utile affrontare qualche riflessione.
I gruppi di investimento e l’economia di scala
Già da anni si sono affacciati sull’orizzonte nazionale dei gruppi di investimento che si proponevano di portare le dinamiche di produttività e gestione proprie del mondo corporate nella dimensione dell’odontoiatria.
Non entrerò in merito alle voci secondo cui in alcuni casi si siano prospettati dubbi sulla liceità della provenienza dei fondi, perché a mio avviso il malaffare non ha bandiere e quindi può interessare qualsiasi dimensione e realtà, nessuno ne è immune a priori e solo le istituzioni possono avanzare sospetti.
Quelli che si presentavano come i maggiori vantaggi per il pubblico erano un aumento della competitività con abbassamento dei prezzi in un mondo erroneamente letto come monopolista, la riduzione degli sprechi ed efficientamento dei processi produttivi derivante dall’applicazione dei concetti di managment delle grandi aziende.
Grandi gruppi possono strappare prezzi migliori ai fornitori e quindi andare a limare sui prezzi.
Sanità e finanza due mondi che devono parlarsi
Il rovescio della medaglia è costituito dal pericolo che la centralità dell’attività odontoiatrica diventi il profitto togliendo il paziente dalla posizione che gli spetta.
Per il dentista tradizionale il paziente è e deve essere il centro dell’attività professionale, non per motivi sentimentali ma perché non potendo servire quantitativi enormi di persone ogni persona è una vertebra dello studio.
Nelle grandi strutture c’è la tendenza a spersonalizzare gli operatori, ci si rivolge ad un’entità societaria e non ad un singolo medico, questo rischia di promuovere un rapporto più meccanico coi pazienti da parte degli operatori che devono rispondere a gruppi di amministrazione.
C’è però da dire che il mondo dell’odontoiatria, tradizionalmente un po’ sprecone ed inefficiente, avrebbe molto da imparare dal mondo delle grandi imprese, a partire dallo spirito di corpo per arrivare alle capacità gestionali ed amministrative che come categoria in passato sono spesso state affrontate con una certa improvvisazione.
Le difficoltà della gestione di uno studio odontoiatrico
Gestire uno studio dentistico per noi medici è un tallone d’achille, richiede competenze energie e risorse di cui spesso tendiamo a difettare, da un lato è una tentazione l’idea di demandare ad altri tutta la mole di lavoro necessaria a gestire l’aspetto imprenditoriale della nostra professione.
A mio parere è però un sacrificio al quale occorre dedicarsi se si vuole mantenere il paziente al centro del nostro mondo, per chi ama questa professione non si tratta solo di lavoro o di guadagni, è anche un po’ una missione che ci siamo dati.
Il rapporto medico paziente come un valore costruito nel tempo
Fin da quando ero bambino ho visto e vissuto la realtà del rapporto medico-paziente nella mia famiglia, coi suoi alti ed i suoi bassi, l’evoluzione nel tempo, così come si sono evoluti la nostra cultura e la nostra società.
Il mio obiettivo professionale è quello di creare, facilitare e mantenere quel rapporto di fiducia e conoscenza, radicato nel territorio e nella nostra cultura, che ho visto instaurarsi nel tempo e che nella mia esperienza, ha sempre portato ad una relazione sana con le persone che ci affidano il bene più prezioso, la salute!
Ben vengano quindi tutte le tecniche e le scienze economiche che ci permetteranno di far risparmiare i nostri pazienti senza intaccare la qualità delle prestazioni, ma manteniamo e sviluppiamo il rapporto medico-paziente vero caposaldo di tutta la professione medica.